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She Moves. Elisa Siviero.

Una donna alla guida di un gruppo di ragazzi che lei preferisce definire i “miei ragazzi”. Per Elisa le porte di DSV si sono aperte il 17 marzo del 2008, quando il nome del Gruppo era ancora Saima Avandero. “Ricordo di aver inviato il curriculum per il ruolo di Operatrice Terminal,” racconta: “non avevo molte speranze: provenivo da una realtà simile ma molto più piccola e non volevo necessariamente cambiare. Ho soltanto provato… e dopo sedici anni eccomi ancora qui.” Oggi è alla guida del reparto Terminal, il cuore dei processi di spedizione, dove assieme alla sua squadra gestisce e coordina il trasporto delle merci. Un traguardo che parte da lontano, frutto di tenacia, curiosità e voglia di mettersi in gioco, ma anche di colleghi “estremamente competenti” che l’hanno accompagnata nel suo percorso di crescita.

She Moves. Elisa Siviero.

L’approdo in DSV

“Io sono arrivata con un ruolo di semplice impiegata occupandomi dell'inserimento dei treni. Poi quella che allora era la mia capa – da cui ho imparato tantissimo – è andata in pensione. Al suo posto è subentrato un collega ma dopo qualche tempo se ne è andato anche lui. Così, su indicazione del mio precedente responsabile, sono diventata la referente sia dei colleghi dell’ufficio sia di quelli che lavorano nel piazzale.”

Un compito che all’inizio faceva un po' paura…

“Io non volevo accettare. Ho provato a rifiutarmi perché sentivo la pressione e la responsabilità verso le sei persone che lavorano nel piazzale. Loro fanno un lavoro estremamente impegnativo: usano gru, guidano locomotori, caricano e scaricano i treni. Il pensiero di averli lì mi teneva sulle spine perché può accadere qualsiasi cosa in un attimo. E quindi, all’inizio, avevo un po' paura.”

Una paura scacciata grazie al sostegno dei colleghi, uno in particolare: “Ho avuto un appoggio importante dal mio ex capo. Nei primi tempi ero praticamente la sua ombra. Avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a prendere fiducia e anche grazie al suo aiuto sono riuscita a tirare fuori tutto il mio potenziale. Poi, piano piano, mi sono staccata e adesso vado da sola.”

Il ruolo di un team leader? Essere pronto ad ogni nuova sfida.

 “Attualmente il nostro team è composto da 10 persone ed io sono l’unica donna. Sei di loro lavorano in piazzale e si occupano del carico e dello scarico di treni e camion. Inoltre, sono abilitati alla guida di locomotori. La mia maggiore responsabilità è permettere loro di lavorare in sicurezza. Per farlo mi coordino con i fornitori per la manutenzione dei mezzi e sono in costante contatto con la ferrovia per la movimentazione dei treni. Gli altri tre ragazzi invece lavorano con me in ufficio e seguono le pratiche documentali di import ed export. Ciò che mi appassiona più di questo mestiere è che non si può mai dare nulla per scontato. Non abbiamo una giornata tipo: quando arriviamo la mattina non sappiamo quello che potrà capitare. Il senso di sfida continua e il fatto che ogni giorno si debba trovare una soluzione nuova per un problema nuovo rappresentano uno stimolo per fare sempre meglio.” 

Ma nonostante gli anni d’esperienza, lavorare nella logistica, per una donna, non è sempre facile 

“Essere donna in questo lavoro non è sempre facile. In azienda e con i clienti non ho mai avuto problemi; tuttavia, non posso dire lo stesso per quanto riguarda le relazioni esterne. Su cento autisti che vedo in un giorno, può capitare che un paio manchino di sensibilità, pensando che in quanto donna io non sia in grado di gestire certe richieste. In questi casi non bisogna farsi intimidire, avere tanta pazienza e mostrare un carattere forte.”

La sfida più grande in DSV

“Qualche anno fa abbiamo adeguato tutti i locomotori alle normative del decreto 1 dell'ANSF, che è l'agenzia nazionale della sicurezza ferroviaria. Una cosa che non mi faceva dormire la notte. Sono dovuta andare a Bologna a un incontro con le Ferrovie. Per me è stato un momento davvero difficile: ho dovuto imparare leggi che non conoscevo, studiare tutti i documenti e tutti i procedimenti per adeguare le macchine. È stata veramente la mia sfida più grande.”

Work-life balance

“Mio marito fortunatamente fa il mio stesso lavoro. Si occupa del magazzino, quindi mi capisce e mi supporta. E quando magari a casa ho un momento di sfogo so che dall’altra parte c’è qualcuno che mi capisce. Poi ho dei colleghi capaci e in grado di portare tutto avanti anche in mia assenza. So che anche se manco non si ferma niente. Quindi non ho problemi a far combaciare la vita lavorativa con quella privata.” 

Un consiglio alle donne che vogliono intraprendere questa strada 

“Io sono molto soddisfatta. Alla sera quando finisco e timbro l'uscita sono contenta: mi piace quello che faccio e per il momento sto bene. Alle donne e alle ragazze che vogliono seguire questo percorso mi sento di dire che si tratta di un bellissimo lavoro e di non spaventarsi se trovano qualche intoppo. Devono avere pazienze e, soprattutto, non perdersi d’animo e farsi valere. Ci vuole costanza e tanta pazienza, ma ad ogni fine giornata il riscontro che si ottiene ripaga gli sforzi. Alla fine, tutto sta nella voglia di fare, nell’impegno e in quanto amore metti nelle cose che fai.”
 

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